Il sangue è costituito da varie componenti, ognuna con tipologie e tempistiche di conservazione diverse ed hanno una data di scadenza come gli alimenti.
In questo articolo approfondiremo le corrette modalità di conservazione del sangue.
Il loro deterioramento corrisponde con l’ultimo giorno in cui possono essere considerati utili agli effetti della trasfusione, ossia quando cessano di avere la capacità di trasportare nell’ossigeno le proprietà nutritive necessarie all’organismo. Le varie cellule ematiche e componenti del plasma hanno però una durata di conservazione diversa, in base alla loro composizione e funzione.
I globuli rossi vengono stipati in appositi frigoriferi a una temperatura fra i +2°C e i +6°C e dato che si deteriorano con l’invecchiamento e nel sangue conservato avvengono varie modificazioni chimiche, devono essere usati entro 35 giorni dal prelievo. Attualmente però, con l’aggiunta nelle sacche di sostanze nutritive (Mannitolo + Adenina) possono essere conservati fino a 42 giorni. Inoltre, i globuli rossi si possono congelare a –60°C per anni.
Il plasma viene congelato e, se conservato costantemente a una temperatura inferiore ai 25 °C, può essere impiegato fino a due anni.
I globuli bianchi invece sono quelli soggetti al deterioramento più veloce, tanto che devono essere usati entro poche ore dalla preparazione e comunque non oltre le 24 ore.
Per quanto riguarda i concentrati di piastrine si conservano per un massimo di cinque giorni, a temperatura ambiente (+20 -22°C) e in costante agitazione.
Questi dati non sono da considerarsi invariabili, in quanto in base al progresso scientifico cambiano le disposizioni in materia di tempi e modi di conservazione. L’ultimo Decreto Ministeriale in vigore è quello redatto dal Ministero della Salute il 2 novembre 2015.